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12 giugno 2024
Ci sono ormai tantissime definizioni sul concetto di meditazione e sulle sue diverse pratiche e nessuna è stata universalmente accettata, ma tutte ne definiscono una sfumatura.
Si può generalmente dire che la meditazione è l’arte di diventare un miglior osservatore, avente come scopo finale quello di apportare maggiore consapevolezza nella propria vita.
Meditare significa tornare a casa
Meditando non si tratta di diventare una persona diversa, ridurre lo stress, controllare i pensieri e sentimenti, o avere una prospettiva più positiva della vita. Queste potrebbero essere alcune delle numerose conseguenze positive nel meditare.
Osservare senza giudizio ci permette di raggiungere più alti livelli di consapevolezza, dell’esistenza interna ed esterna. Questi due mondi sono strettamente connessi sicché la pratica meditativa riprogramma la mente per percepire meglio noi stessi e l’esterno.
Meditare è un “tornare a casa”, a noi stessi. Per questo motivo trovo riduttiva la parola “mindfulness”, e che non si tratta solo di mantenere la mente quieta. Durante questo momento personale, entriamo al nostro interno, dove troveremo pace, estasi e gioia di vivere, per portarlo al nostro esterno e viverlo pienamente.
Secondo il principio della corrispondenza dei principi ermetici del Kybalion: “Come sopra, così anche sotto; come sotto, così anche sopra. Come dentro, così anche fuori; come fuori, così anche dentro. Come nel grande, così anche nel piccolo”.
Con l’avanzare della pratica si acquisirà la migliore capacità di vivere nel presente, nel qui e ora, pienamente immersi in quello che si sta vivendo.
La consapevolezza porterà all'acquisizione della capacità di vedere le cose come sono, con una prospettiva impersonale. Scegliere “quale maschera indossare in ogni situazione”, uscendo da un personaggio che ci si è inconsciamente creati negli anni, rafforzato tramite abitudini e preconcetti.
La pratica giusta non è per tutti
La meditazione è una pratica presente maggiormente in alcune religioni (come il buddhismo o induismo), ma non è strettamente legata ad esse. Tutti possono meditare. In occidente, il termine “meditare” si usa più come sinonimo di riflettere. Quante volte si sente dire “Devo meditarci su” in risposta a una domanda a cui non si sa la risposta. In realtà, la pura meditazione consiste in tutto il contrario, cioè slegarsi dalla mente logico-riflessiva e andare oltre.
L’arte del meditare è un’abilità che tutti possono sviluppare, completamente naturale. Proprio come un muscolo, si tratta di esercitare la mente con costanza e il giusto allenamento.
Per una persona con una mente orientata al risultato, punterà a “meditare” per più tempo possibile, abbinando la buona riuscita con la durata delle proprie meditazioni. Oppure può darsi di sentirsi frustrati se non si entra in quello stato profondo della propria coscienza. In realtà nessuno vince e nessuno perde. Non esiste la pratica giusta e quella sbagliata, ma quella che funziona meglio per te. Meditare diverrà più spontaneo.
Conosci già il metodo più semplice? Lo trovi qui.
I risultati della meditazione sono ancora un argomento di studio tra gli scienziati. Quello che si conosce è che il corpo si rilassa e nel cervello avviene un cambio nelle onde cerebrali (utilizzate come vettore per scambiare messaggi). Come ho scritto nell’articolo di Goa, un esperto meditatore avanzato può abbassare le proprie frequenze raggiungendo le stesse del sonno profondo, e quindi di apportare benefici analoghi.
Meditation, Observer, Presence, Thought, Consciousness