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Tempo di lettura: 3 min

18 ottobre 2024

L'isola di Taiwan non è sicuramente il primo luogo a cui si pensa quando si parla di viaggi o vacanze. Pochi possono dire di conoscere questo paese, io incluso. Sono arrivato alla capitale Taipei per incontrare mio fratello ma sto anche chiarendo del mio futuro, con la calma e la pace di cui necessito.

La premessa di questo viaggio è quindi per me l'esplorazione di ciò che c'è nella mia città interiore, piuttosto che a Taipei. Navigando dentro per far emergere quel futuro già scritto. Chi più di tutti poteva aiutarmi se non alla persona con cui ho condiviso maggiormente parte del mio passato?

Vista su Taipei

Parlando invece della città di Taipei, si può dire che esternamente può sembrare una New York più verde e senza homeless.Internamente invece, la sua anima è molto legata a quell'oriente più spirituale: come la medicina cinese, la vita lenta e attività legate al controllo del Qi - l'energia vitale - come TaiChi e ChiGong.
Durante le passeggiate mattutine nei parchi mi capita frequentemente di vedere gruppi di anziani riuniti nel praticare una qualche disciplina orientale, con una dolcezza unica e soave.

L'ospitalità taiwanese

La prima cosa che mi viene da dire a riguardo di taiwanesi è che mi ricordano ogni giorno quanto è importante l'ospitalità e gentilezza, e si può dire che la pulizia della città rispecchia molto la loro calma interiore. Non si sente mai una persona che alzi la voce e mi piace anche come per ringraziare è usanza regalare un cesto di frutta. Cosa c'è di più fresco, dolce e sano?!
Taiwan è un'isola relativamente piccola, ma straordinariamente ricca di culture diverse. Qui, ogni tradizione trova il suo spazio, contribuendo a creare un mix unico e variegato di sapori e colori. È come un bubble tea culturale, di cui sono gli orgogliosi inventori.

A volte queste differenze culturali sono anche semplici dettagli che scappano all'occhio dei meno attenti, come i "geta" (tipici sandali giapponesi in legno) che noto in qualche passante, l'odore di frittura di maiale tipica cinese che inebria le strade, le lunghe e delicate cerimonie del tè spesso gentilmente offerte, o altre piccolezze date da influenze di francesi, olandesi e coreani che al loro passaggio lasciarono in eredità.

Lungshan Temple, il più bello e famoso di Taipei

La religione è tutta una storia a parte. Buddhismo, taoismo sono le più praticate, insieme a qualche spruzzo di cristianesimo dato da colonizzazioni occidentali. Riguardo a ciò, vengono a colpo d'occhio i ricchissimi e bellissimi templi che si scontrano con l'architettura degli ultimi decenni. Il mio preferito rimane sicuramente il famoso Lungshan Temple e mi stupisce molto come questi luoghi sacri siano frequentati anche da molti giovani taiwanesi.
Al loro interno mi incuriosisce osservare la pratica religiosa nota come "Pua-Pueh" o divinazione con i blocchetti di legno, che consiste nel buttare a terra dei bastoncini interpretandone la combinazione in cui cadono, per prendere poi decisioni o chiedere consiglio su questioni personali o spirituali.

Bisogna sapere però che queste antiche tradizioni e la multiculturalità che la contraddistinguono sono messe a serio rischio ora più che mai. L'indipendenza del paese è attualmente riconosciuta solo da una decina di altri paesi (con scarsa rilevanza geopolitica). Per tutti gli altri, è già considerato parte della Cina.

Questa "sottomissione" è anche visibile nelle loro dinamiche sociali. Si può dire che i taiwanesi sono un popolo collettivista, dove il benessere del gruppo è prioritario rispetto all’individuo, e quindi le persone possono essere meno inclini a esternare problemi personali proprio per evitare di disturbare o creare tensioni.

Le prime impressioni e un colpo di sorriso

Dopo una settimana trascorsa sull'isola, il soffocante caldo umido di fine estate sembra stia dando un attimo di tregua. Camminare per la città è diventato quindi meno pesante e mi affascina osservare tutto ciò che mi circonda. Non esagero dicendo che mi pare di stare in un videogioco giapponese, dove enormi ideogrammi ricoprono le insegne dei negozi e le persone, con il loro stile unico e pittoresco, mi sembrano dei veri attori.

I colori di Taipei (ma sicuramente anche del resto dell'isola) che colpiscono all'istante sono tinte molto vivaci, come il giallo, viola, arancio, e le grafiche cartonate di gattini e cani Shiba ovunque, anche nelle spiegazioni della metro. Nell'immaginario possono richiamare altre grandi città asiatiche ricche di cultura manga e simili.
A prima vista possono rendere il tutto più allegro e spensierato, meno serioso di una grigia e noiosa città. D'altra parte, nell'inconscio la sovraesposizione a queste raffigurazioni credo possa incentivare la deresponsabilizzazione dalla propria crescita personale. La "fuga da se stessi" che va silenziosamente tanto in voga.

Il grattacielo 101

La vita nella capitale non si è solamente sviluppata in verticale, estremizzata poi con la presenza del grattacielo 101, il più alto al mondo fino a poco fa, ma ho notato che i taiwanesi vivono la città anche "al di sotto". La precisissima metro collega bene il territorio e gli enormi spazi offrono un luogo dove svolgere le più disparate attività. Proprio qui si possono osservare tornei di ping-pong, mercati temporanei con venditori d'artigianato, fortune tellers, palm readers e tanto altro.

La vera magia però la trovo tutti i giorni alla stessa ora: dopo il tramonto. Le luci della città la tingono di sfumature difficili da descrivere, e passeggiare senza una meta precisa nella penombra dei palazzi è quello che preferisco. Mi lascio stupire dalla gente mai di fretta, i piccoli e stretti locali, l'infinito numero di parrucchieri, bubble tea e centri massaggi.

La capitale di notte

Parlando del tipico cittadino di Taipei, probabilmente lavora in una delle grandi fabbriche di semiconduttori, dispensatrici di tutto il mondo, compiendo il comune riposino post pranzo ovunque si trovi. Mi impressiona vederli dormire all'interno di ristoranti o anche sulle scrivanie degli uffici.

Mi chiedo però se in questo incredibile ecosistema i taiwanesi siano davvero felici, in un'isola vittima di terremoti, tifoni e appropriazioni territoriali.

Una riflessione profonda che spesso mi vaga per la mente nata da un sorriso durante uno dei sabati mattina al centro buddhista Dharma Drum Meditation. Al termine della tipica meditazione di gruppo il mio sguardo ha incontrato per pochi attimi quello di una monaca, ospite all'appuntamento. Il suo sorriso e la sua attitudine così pieni di vita mi hanno emozionato al punto da mettere in discussione come normalmente intendiamo la felicità. E con essa anche il vero senso della vita.
Quanto vale la pena correre per le nostre giornate cercando di raggiungere un ideale di vita e serenità che mai ci sembra completo? Forse dovremmo trovare la gioia di vivere ora, in qualunque momento, senza aspettare il tempo in cui non avremo le difficoltà di ogni giorno.

Adventure, Taiwan, Taipei, City, Cultures

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